Negli anni recenti, circa 66 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare la propria abitazione a causa di conflitti, guerre e persecuzioni. Si tratta di circa un abitante della Terra ogni 113.
Solo nella prima metà del 2017, oltre 105 000 rifugiati hanno raggiunto l'Europa. Dopo aver superato i confini internazionali, il loro futuro nel Vecchio Continente è tutt'altro che definito. Affinchè essi possano costruire il proprio futuro in modo pacifico e sicuro è necessario che le organizzazioni e gli operatori della società civile forniscano il necessario aiuto.
L'urgenza di sviluppare e responsabilizzare le organizazioni della società civile operanti a favore dei rifugiati, si è tradotta in “Inclusive Europe”, un progetto in due fasi rivolto a 36 operatori della società civile, attivi in Armenia, Bielorussia, Repubblica Ceca, Estonia, Macedonia, Georgia, Germania, Moldova, Polonia, Portogallo, Lituania, Romania, Serbia, Ucraina, Svezia e, ovviamente, Italia..
La prima fase del progetto (un corso di formazione) si è svolta a Vilnius (Lituania); mentre la seconda parte (una visita studio) ha avuto luogo a Erevan (Armenia). Gli stessi 36 attivisti hanno preso parte a entrambi gli eventi, così da ricevere una formazione più efficace ed esaustiva.
Durante la mobilità in Lituania, i partecipanti hanno:
Come risultato del training, i partecipanti hanno sviluppato le capacità e la fiducia in sè, utili a combattere l'odio verbale e la disinformazione nei riguardi dei migranti. Successivamente, il gruppo si è spostato in Armenia, per acquisire strumenti pratici da utilizzare nell'interazione coi rifugiati, ispirati da esperti nel settore.
La visita studio in Armenia è iniziata all'Aleppo Compatriotic Charitable Organization; dove i partecipanti hanno appreso metodologie di primo soccorso alle famiglie e gli individui più vulnerabili, rifugiati in Armenia a causa del conflitto in Siria. I partecipanti hanno potuto anche intervistare alcuni rifugiati e scambiare con loro preziose informazioni sulle tematiche dell'incontro.
L'Armenia rappresenta un caso studio interessante perchè, sebbene il prodotto interno lordo pro capite sia 10 volte inferiore alla media europea; si tratta del terzo paese in Europa per numero di rifugiati siriani sul proprio territorio. Solo la Germania e la Svezia hanno accettato un numero più alto di richiedenti asilo politico. Sebbene la maggioranza di tali rifugiati abbia radici armene, anche altre minoranze hanno trovato accoglienza nel piccolo paese caucasico. Ad esempio gli Yazidi, brutalmente perseguitati e vittime di pulizia etnica per mano di vari gruppi terroristi sia in Siria che in Iraq. a essi l'Armenia ha conferito immediatamente lo status di rifugiati.
Per approfondire l'attività dei mediatori interculturali professionisti, comprendere come aiutare i profughi e informarsi sulla situazione dei rifugiati in Armenia, i partecipanti hanno anche visitato la sede locale delle Nazioni Unite. Lì hanno conosciuto e intervistato rappresentanti dell'UNHCR, i quali hanno svolto una presentazione coinvolgente ed estremamente formativa, delle attività svolte dall'ente.
La combinazione tra corso di formazione e visita studio ha garantito ai partecipanti un mix di conoscenze teoriche e pratiche, che rappresenta un solido pacchetto di competenze, per quanti vogliano attivarsi concretamente nella tutela dei diritti dei migranti e dei rifugiati e nella promozione dei valori europei di accoglienza, dialogo interculturale, inclusione e solidarietà.
“Inclusive Europe” è stato finanziato dall'Agenzia per la Cooperazione Internazionale dei Giovani in Lituania, attraverso il programma Erasmus Plus, promosso dall'Unione Europea. A coordinare il progetto hanno provveduto le associazioni Armenian Progressive Youth (Armenia) e International Youth to Youth Initiative (Lituania). A esse e alle meravigliose Giada ed Eleonora, che hanno rappresentato Identities durante questa esperienza, va il nostro più sentito grazie.