Federica the Super Mentor: una storia armena. 09-11-2019

Bus, aereo, poi ancora aereo e poi marshutka per passare il confine ed arrivare in Armenia: è iniziato così il viaggio che mi ha portato dal 14 al 21 ottobre a partecipare al Training Course “Become a Super Mentor” a Gyumri, in Armenia.

Il progetto aveva come obiettivo quello di migliorare la qualità dei progetti European Solidarity Corps, attraverso il potenziamento del ruolo del mentore.

È stata una settimana molto intensa perché non abbiamo solo lavorato sulle necessità dei volontari, ma anche e soprattutto su noi e stessi e sul nostro approccio alle attività e ai contesti interculturali. Sulle responsabilità che girano attorno ad un volontario che sceglie di investire il suo tempo immergendosi in un’altra cultura.

Dalla gestione dei conflitti, alla negoziazione, passando per il ruolo delle emozioni, al superare i nostri limiti fino all’importanza del costruire rapporti di fiducia con chi ci circonda: ogni giornata di questo training era ben strutturata e mi ha fornito degli strumenti – teorici e pratici - non solo per continuare il mio percorso all’interno dei progetti Erasmus+, ma anche per meglio interpretare la realtà e le situazioni che mi circondano, per dare rilievo ai valori delle persone che incontro e per costruirmi non solo in modo da arrivare, ma prima di ogni cosa di essere.

Inoltre, lavorare su skills come l’intelligenza emotiva e la flessibilità cognitiva e sull’importanza dell’educazione non formale e delle esperienze dirette per acquisirle non ha fatto che dare un’ulteriore conferma a quello di cui sono convinta da quando ho partecipato al mio primo progetto: che la formazione che deriva dai training all’interno del programma Erasmus+ sia fondamentale per la crescita personale e professionale di ogni partecipante e soprattutto, in un modo dove le competenze sono sempre più richieste e sempre meno insegnate, è bello pensare che chiunque – con qualsiasi background e qualsiasi situazione – possa avere libero accesso alla conoscenza, avendo la possibilità di crescere in un contesto interculturale, di ampliare il suo network, di esplorare nuove culture e di costruire, passo passo, il proprio futuro.

Dall’Armenia e da questa esperienza mi porterò sempre dietro l’immenso senso di accoglienza delle persone, la bontà del lavash, l’ineguagliabile esperienza di aver passato il confine tra la Georgia e l’Armenia in marshutka e la forza e l’energia che solo persone e idee possono trasmettermi.